Ricordi di… Giro di Lombardia. Con Paolo Bettini. Sono i ricordi di una mostra di successo, quella organizzata un anno fa al Museo del Ghisallo. E sono i ricordi che vanno bene in questi giorni di avvicinamento al Mondiale Bis, alla Corsa delle foglie morte, alla classica che si lega a doppio filo con il Museo del Ghisallo e il suo Santuario in festa per i 70 anni. Un Giro di Lombardia andata e ritorno nel tempo. Tempo dei ricordi…
Si doveva fermare in cima. Lo aveva detto la sera poco prima di andare a letto ai suoi genitori. Aspettatemi in cima al Ghisallo disse. Mi fermo lì ma voglio arrivare in cima per rispetto dei tifosi. Erano passati pochi giorni dalla morte del fratello Sauro. Paolo, fresco campione del mondo in una gara epica a Salisburgo, si era allenato pochissimo. Lacrime e un senso di vuoto segnavano i suoi giorni. Poi la magia del Ghisallo, Paolo che passa tra due ali di folla e non si ferma, anzi, continua e inghiotte i corridori in fuga.
Ci guardiamo tutti e capiamo che qualcosa di speciale sta accadendo. Paolo è più forte di tutti e di tutto. Sfiora i guard rail, disegna traiettorie, attacca, rilancia e taglia il traguardo solitario in lacrime. Dopo la linea d’arrivo siamo tutti lì in un clima surreale, indimenticabile. Difficile anche per chi non è credente non pensare che qualcuno da lassù lo ha guidato, gli ha dato la forza di compiere un capolavoro che per me rimane la più bella vittoria di una carriera unica.
Doveva fermarsi ma non lo ha fatto, come è successo tante altre volte nella sua vita. Un uomo sui pedali, sempre. Coraggioso e spavaldo quanto basta, come quando un giorno del 2001 a poche ore da una vittoria entusiasmante al Campionato di Zurigo mi dice: “Rimani con me, prima della fine della mia carriera le metterò tutte le maglie che contano”. Beh, alcune, tipo quella gialla, non sono arrivate… Ma poco importa. Quel giorno da giovane portavoce non capii l’importanza di quella parole che ho rivalutato nel tempo quando il nostro rapporto è andato al di là della professione ed è diventato amicizia vera, di quelle che puoi contare sulle dita di una mano.
Paolo appartiene al Ghisallo e il Ghisallo e Paolo appartengono un po’ a tutti noi che quel giorno di ottobre eravamo sulle strade del Lombardia a soffrire e gioire con lui. Ma questa è solo una delle tante storie da non dimenticare. Mai.
Alessandro Tegner I Marketing and Communication Manager
La foto è un credito concesso da Roberto Bettini per la mostra dedicata al campione olimpico