Al Museo del Ghisallo, ieri pomeriggio, si sono dati appuntamento un professore di matematica (buon calciatore pure) e un giocatore di rugby.
Minimo comun denominatore: lo sport.
Massimo comun denominatore: il ciclismo.
Al punto che tutti e due hanno deciso di cambiar mestiere per dedicarsi alle due ruote. Pedalando pure, ma soprattutto scrivendo. Nel loro curriculum c’è una maglia rosa lunga una carriera, visto che sono stati colleghi alla Gazzetta dello Sport. La loro passione, ora, li ha portati a scrivere un libro insieme, dedicato alla Legnano.
Legnano. Biciclette, campioni, vittorie”, questo il titolo del volume edito da Ediciclo.
Al Ghisallo Claudio Gregori e Marco Pastonesi sono arrivati a presentare il loro lavoro con cambi regolari, tirando un gruppetto di campioni mica da poco. Per l’occasione, infatti, sono intervenuti Marino Vigna, Vittorio Seghezzi, Franco Cribiori e persino… Ercole Baldini. Il “treno di Forlì”, stavolta, era presente solo virtualmente, ma con un provvidenziale collegamento telefonico che riempito la sala degli avvenimenti importanti della sua voce forte e a volte commossa.

Baldini è stato un testimone e un testimonial importante delle biciclette dal classico verde. In sella ad una Legnano ha conquistato il Record dell’Ora ed un Mondiale su strada, pure se al telefono parlava sempre del “suo modesto contributo al ciclismo”.

Pastonesi e Gregori si sono palleggiati il racconto di biciclette e campioni che poi si è esteso a Cribiori e Vigna, corridori Legnano anche loro. Un racconto che è andato sempre più lontano facendo prender vita alle pagine che poi volavano via in altre storie e mille aneddoti. Dietro di loro lo scenario delle biciclette del Record dell’Ora di Coppi e del Mondiale di Baldini: due Legnano.

Con Marco Pastonesi a fare da conduttore, Cribiori e Vigna hanno raccontato i loro esordi nel ciclismo, comprese le prime biciclette e le prime cadute (di Cribiori, alle prime tre corse. Per fortuna non si arrese). Mentre Vigna raccontava come al suo esordio gli dissero che no, non era un velocista e doveva trovare un’altra strada. Finché non provò su pista e quando “mi fecero partecipare ad una corsa a handicap, non mi conoscevano, mi fecero partire primo e non mi presero più…”

E poi Vittorio Seghezzi, chiamato “il diavolo” (“Ero io il primo, altro che Chiappucci…”) a raccontare e sorridere, compresa quella volta in cui Seghezzi spinse Totò in bici mentre giravano il film “Totò al Giro d’Italia”.
Storie e biciclette, come nel libro di Ediciclo che, sottolinea Gregori, “è pieno di pagliuzze d’oro” fatte di racconti inediti da scoprire.
È iniziato così, nella sala fatta di capelli bianchi, barbe ancora da scoprire e qualche sorriso gentile, con un filo di trucco, il primo degli eventi che inaugurano la stagione 2016 del Museo del Ciclismo Madonna del Ghisallo.

In apertura, i due autori con la direttrice del Museo, Carola Gentilini e il presidente Antonio Molteni