Si può essere campioni senza fine? Si può. Lo è Fiorenzo Magni. Lo è Paolo Savoldelli. Due fuoriclasse, che il Grande Ciclismo ama, uniti non solo dal titolo che spetta ai vincitori del Giro ma anche e soprattutto dal significato che hanno dato e danno al loro grande traguardo. Senza fine.  In mostra al @MuseoGhisallo i due trofei uno accanto all’altro per tutto il mese di maggio. È un’iniziativa che fa parte degli eventi collegati all’edizione 100 del Giro d’Italia. In Giro Col Giro, per la rassegna Una Storia Infinita al Ghisallo

#InGiroColGiro – C’è qualcosa di molto speciale da trovare alla fine del percorso espositivo che il Museo del Ghisallo dedica alle Cento Edizioni del Giro. È una luce, anzi due, che filtrano storia e passione. Passaggi di generazioni e di campioni. Valori. E cambiamenti

Con un tocco particolare di umanità. Quella spontanea di Paolo Savoldelli, per tutti ancora Il Falco, campione di due Corse Rosa (2002, 2005), oggi imprenditore e promotore / comunicatore  del ciclismo in tv, impegnato in prima persona per l’unico canale dedicato 24 ore su 24 alla bicicletta: Bikechannel di Sky 214, adesso anche in versione UK.
Oggi, martedì 9 maggio, al Ghisallo di Magreglio è arrivato e vi resterà fino alla fine di maggio il Mirabilia per eccellenza, il Trofeo Senza Fine di Paolo Savoldelli. Quello che fu consegnato nelle mani sul podio di Milano, al termine del suo secondo Giro d’Italia conquistato. Quello che adesso è simbolicamente accanto al Trofeo conquistato 50 anni prima da Fiorenzo Magni

Capirete già i contorni di questa storia rosa, che è proprio una storia da commentare e raccontare : «Sono fiero di questo e mi fa piacere – dice emozionato Paolo Savoldelli – perché è una cosa importante. E la è perché Fiorenzo Magni non è stato solo un grande campione di ciclismo, ma è stato anche un uomo che ha fatto la storia del nostro ciclismo. Un grande uomo nella sua vita, sia personale che imprenditoriale, quindi un esempio in tutto e il suo Museo ne è testimone».

Mica facile chiedere e ottenere da un campione di staccarsi anche solo per un breve tempo da una conquista come quella. Il frutto della fatica di solito uno se lo vuole lucidare con gli occhi a casa ogni giorno. Non lo molla. Lo protegge e si fa proteggere da lui, come avere in casa – scusate il paragone un po’ blasfemo – la Madonnina patrona dei corridori, quella che tutti andiamo a pregare lassù, nella chiesetta al Ghisallo, accanto al suo Museo. Appunto.

2017 05 09 08.50.48Il gesto quindi è già di per se raccomandato alle alte sfere. E Savoldelli lo sa. Così il suoTrofeo protettore  lo ha portato a Magreglio, consegnato con semplicità e affetto alle mani della direttrice del Museo, Carola Gentilini. Un gesto presto spiegato: «Il Trofeo assegnato al vincitore del Giro d’Italia ha un grande significato, è vero, anche se poi è la maglia rosa il simbolo della vittoria, della conquista del Giro. Ma io sono convinto di aver fatto una cosa giusta ad esporlo qui in questo contesto. Mi fa molto piacere pensare che il mio Trofeo Senza Fine del Giro del 2005 sia accanto a quello conquistato 50 anni prima da Fiorenzo Magni. Sono numeri che fanno la storia dello sport. E conquistano ogni volta di più  i ricordi della gente».

Lui che è un uomo concreto e di fatti più che di parole e di esternazioni sentimentali, in questo caso ha gli occhi che brillano: «Diciamo che quando sei giovane non guardi al passato, conosci solo il presente e vuoi conquistare il futuro. Poi man mano che il tempo passa vedi anche tu i cambiamenti e apprezzi maggiormente il passato. Ne capisci il valore».
Voltarsi indietro a quel punto diventa bello anche per un velocista scatenato come Il Falco!

«Questi ricordi ben custoditi fanno bene al mondo del ciclismo, non solo perché promuovono come uno specchio bello anche quello presente, ma perché sanno far durare l’effetto speciale di imprese che il ciclismo può vantare. Sono le imprese di uomini del passato, autentici pionieri, uomini coraggiosi che hanno intrepretato il ciclismo come uno stile di vita. Che non avevano nulla e hanno conquistato tutto con il ciclismo».

E quella magia vintage è una luce che rimbalza adesso da un Trofeo all’Altro: quello di Paolo Savoldelli ha appena 12 anni, è del 2005, assegnato per il secondo Giro vinto dal campione bergamasco, che ora si specchia in quello di Fiorenzo Magni, 1950, terzo Giro conquistato dal toscano adottato in Brianza. 

2017 05 09 08.50.42 1Passano gli anni ma … «C’è sempre un collegamento fra le varie epoche del nostro sport. Cambiano i campioni e i ciclisti, ma poi i racconti si rincorrono allo stesso modo. Io sono cresciuto nutrendomi delle storie su Merckx e Gimondi, poi Bugno e Indurain… E luoghi come il Museo del Ghisallo hanno il potere di fare vivere per sempre questi racconti del passato».

Quelli sul Leone delle Fiandre (Magni), hanno un fascino straordinario che adesso è filtrato dalla luce di due trofei. Senza fine. «Sì, è ancora più bello aver contribuito a questa mostra dedicata a #Giro100. È ancora più bello perché ho fatto questa cosa per Fiorenzo Magni, un uomo a cui dobbiamo molti cambiamenti nel ciclismo: uno su tutti l’introduzione degli sponsor. Un uomo che ha deciso tanti passaggi da vero innovatore del nostro mondo della bicicletta. E il nostro grazie non deve avere fine…».

Il Trofeo Senza Fine 2005 di Paolo Savoldelli in esposizione accanto a quello di Fiorenzo Magni (1950) sono l’epilogo della rassegna Giro100 Una Storia Infinita al Ghisallo, dedicata alla centesima edizione della Corsa Rosa e sarà esposto sino al 28 maggio 2017, giornata di grande festa per il Giro che arriva a Milano e per il Ghisallo con l’arrivo della ciclostorica @LaGhisallo che scatterà la mattina (come l’ultima trappa del Giro) dall’autodromo di Monza. Tutte le iniziative e gli eventi – #InGiroColGiro – sono collegati da questo filo rosa in omaggio alla edizione storica del Giro d’Italia organizzato da La Gazzetta dello Sport che è stata fra i primi (pionieri) sostenitori della Fondazione Museo del Ciclismo Madonna del Ghisallo, inaugurato nel 2006 da Fiorenzo Magni con Regione Lombardia.