Al Museo del Ghisallo conserviamo due biciclette. La prima ha il numero 13 la seconda ha il numero 31.
Entrambe raccontano la storia del ciclismo. Entrambe sono state spinte da uno dei più grandi campini delle due ruote: Gino Bartali.
Nel 1938 Bartali aveva 24 anni e con il dorsale n. 13 vinse il Tour de France con 18 minuti e 27 secondi di vantaggio sul belga Fèlicien Vervaecke. A quell’edizione parteciparono 96 corridori, di cui 56 giunsero all’arrivo, 21 tappe per 4680 km percorsi in 148 h 29 minuti 12 secondi alla media di 31.5 km/h.
La storia ci porta al 1948. Bartali ha 34 annni ormai ed è ormai un campione affermato. Parte da Parigi con il numero 31 assieme ad altri 119 corridori. Ne arriveranno all’arrivo 44.
La rivelazione attesa era il francese Louison Bobet ma, dopo 21 tappe e 4922 km percorsi in 147 h 10 min 36 s alla media di 33,45 km/h Bartali vince il suo secondo Tour de France vestendo la maglia gialla per 9 giorni. Il secondo classificato, Albèric Schotte belga, conto un distacco di 26 min 16 s.
Si racconta che questa con epica impresa il grande Gino Bartali contribuì a scongiurare la guerra civile in Italia placando le tensioni che si svilupparono nel paese a seguito dell’attentato a Palmiro Togliatti.
- Bartali in azione
- In trionfo a Parigi
- La mitica bicicletta del Tour del 1948
- La bici di Bartali del Tour del ’38