ATLANTE STORICO DEL CICLISMO IN LOMBARDIA
tra le due guerre – terza parte
Tra le due guerre: 1919-1943. Terza parte
Bartali vince anche la venticinquesima edizione del Giro d’Italia, disputata nel 1937. La ‘corsa rosa’ prevede 19 tappe e, per la prima volta, i corridori si spingono fino in Puglia, a Foggia. L’ultima tappa, Como-Milano si conclude proprio al velodromo “Vigorelli”. Nel 1938 Bartali trionfa al Tour de France, primo italiano a riuscire nell’impresa dopo i successi di Bottecchia; nello stesso anno il corridore toscano vince la Tre Valli Varesine e il Giro della Provincia di Milano, gara a cronometro a coppie disputata con Pierino Favalli, ma già vinta in passato insieme a Learco Guerra. Non partecipa invece al Giro d’Italia, che sarà vinto dal piemontese Giovanni Valetti. Proprio in vista della partenza della ‘corsa rosa’ di quell’anno, “La Gazzetta dello Sport” (23-24 aprile 1938) pubblica un resoconto sullo stato delle strade che i corridori dovranno affrontare, indicando per ogni tappa i chilometri asfaltati e quelli non asfaltati. Quasi un terzo delle strade da percorrere è ancora privo di un manto adeguato. In Lombardia, nonostante la crescita della rete viaria destinata alle automobili, molte strade versano ancora in condizioni non ottimali: i chilometri non asfalti risultano essere 25 nella prima tappa Milano-Torino (182 km totali); 74 nella diciottesima tappa Recoaro-Bergamo (274 km); 45 nella diciannovesima frazione Bergamo-Varese (142 km); 20 nella ventesima tappa Varese-Locarno (100 km); 40 nella ventunesima tappa Locarno-Milano (180 km).
Nel 1939 Bartali rivince il Giro della Provincia di Milano e trionfa sia alla Milano-Sanremo, sia al Giro di Lombardia, dove stacca tutti gli avversari su un’altra salita celebre del territorio lombardo, il Brinzio, prima di arrivare da solo al traguardo del “Vigorelli”.
Il 1939 è anche l’anno in cui dovrebbero tenersi i campionati del mondo su strada, a Varese, e quelli su pista al “Vigorelli” di Milano, fortemente appoggiati dal regime dell’epoca, ma l’invasione della Polonia da parte dell’esercito nazista di Hitler, il primo di settembre, scatena la seconda guerra mondiale, causando l’annullamento delle competizioni iridate.
Nel 1940 Bartali replica, in terra lombarda, le stesse vittorie ottenute l’anno precedente, compiendo un’impresa memorabile sulla salita del Ghisallo, ultima asperità di quel Giro di Lombardia. Ma perde il Giro d’Italia a favore di un giovane compagno di squadra della Legnano proveniente da Castellania, in provincia di Alessandria: il suo nome è Fausto Coppi. Il nove giugno 1940 il ventenne Coppi vince la ‘corsa rosa’ al termine della ventesima e conclusiva tappa, da Verona a Milano. Alle ore 18 del giorno successivo, Benito Mussolini pronuncia dal balcone di Palazzo Venezia a Roma la storica dichiarazione di guerra a Francia e Inghilterra: l’Italia entra nel secondo conflitto mondiale e il Giro d’Italia si interrompe per cinque anni. Il Giro di Lombardia sarà sospeso solo per le edizioni 1943 e 1944; la Milano-Sanremo per le edizioni 1944 e 1945.
L’ultima Sanremo disputata prima dell’interruzione è vinta da Cino Cinelli, corridore di origine toscana già vincitore del Giro di Lombardia e della Coppa Bernocchi, nel 1938, e della Tre Valli Varesine nel 1940. A fine carriera Cinelli fonderà un’azienda per la produzione di biciclette, dando vita a un marchio che ancora oggi è tra i più prestigiosi e ricercati al mondo: un’eccellenza produttiva attuale della provincia di Milano.
Nel frattempo, nel 1941, è nata a Bergamo un’altra corsa che caratterizzerà il grande ciclismo italiano per oltre mezzo secolo: il Trofeo Baracchi. Inizialmente riservato alla categoria ‘dilettanti’, poi ai professionisti, il Baracchi sperimenterà diverse formule agonistiche per assumere infine, nel 1958, la definitiva configurazione di corsa a cronometro per coppie di ciclisti professionisti (‘cronocoppie’).
Fausto Coppi svolge il servizio militare tra il 1940 e il 1941. Il 7 novembre 1942, sulla pista del Velodromo Vigorelli di Milano tenta il celebre record dell’ora: compie oltre 115 giri della pista stabilendo il nuovo primato di 45,871 Km. Pochi giorni dopo, è chiamato alle armi con il suo reggimento di fanteria: parte per il fronte del Nord Africa, dove sarà presto fatto prigioniero dall’esercito inglese.
Il suo ritorno alle corse, al termine del secondo conflitto mondiale, porterà a nuove sfide con Gino Bartali: sta per divampare definitivamente il più grande dualismo della storia del ciclismo italiano.