ATLANTE STORICO DEL CICLISMO IN LOMBARDIA

epoca eroica – seconda parte

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L’epoca eroica: 1905-1918. Seconda parte

La rete stradale italiana dei primi anni del XX secolo, infatti, non versa in buone condizioni; la nascita e l’espansione delle ferrovie avvenuta nella seconda metà dell’Ottocento ha definito un nuovo paradigma per il trasporto di persone e merci sulle lunghe distanze, in particolare nelle aree europee teatro dei maggiori fenomeni di industrializzazione. L’automobile è ancora un ‘oggetto’ sperimentale, un bene di nicchia, che troverà la propria prima diffusione significativa solo dopo il 1913, negli Stati Uniti, in seguito alle innovazioni di processo introdotte da Ford nel suo stabilimento di Dearborn. Gli investimenti pubblici e privati sono prevalentemente orientati verso il sistema ferroviario e la viabilità ha una prevalente funzione locale: appena si esce dai centri urbani le condizioni delle strade divengono non ottimali o addirittura critiche. La Lombardia non si discosta molto da questa situazione, come si evince dal fascicolo dedicato alla regione, nel 1904, dalla “Guida-itinerario dell’Italia e di parte dei Paesi limitrofi” pubblicata dal Touring Club Italiano, in cui vengono descritti analiticamente i tratti di strada, spesso “polverosi” o “fangosi”, che compongono le principali direttrici lombarde.

I percorsi nel 1905-1918

I percorsi nel 1905-1918

Grazie alla copertura giornalistica offerta da “La Gazzetta dello Sport”, quotidiano direttamente coinvolto nell’organizzazione delle tre grandi corse lombarde, e dalle altre testate dell’epoca, i ciclisti divengono rapidamente eroi popolari: figure note al grande pubblico come uomini dotati di facoltà superiori, fisiche e morali, non ultima quella di sfuggire, attraverso l’uso della bicicletta, a un destino ordinario fatto di lavori umili e di esistenze poco gratificanti. Oltre a Luigi Ganna, tra i corridori più rilevanti di questa prima epoca ‘eroica’ del ciclismo spiccano i lombardi Giovanni Rossignoli, Carlo Galetti, Ugo Agostoni, Eberardo Pavesi, Pierino Albini, Cesare Brambilla e Carlo Oriani. Ma l’albo d’oro del Giro di Lombardia e della Milano-Sanremo testimoniano come, da subito, le grandi corse lombarde siano frequentate e vinte anche dai migliori ciclisti stranieri del momento: i francesi Lucien Petit-Breton, Gustave Garrigou ed Henri Péllissier, i belgi Cyrille Van Hauwaert, Philippe Thys e Odile Defraye.

Il Giro d’Italia resterà terreno esclusivo di conquista per i corridori italiani e lombardi fino al 1914; lo scoppio della prima guerra mondiale, che porterà alla morte molti giovani corridori europei sui campi di battaglia, comporterà però la sua interruzione per i successivi quattro anni. Il Giro di Lombardia continuerà invece a essere disputato, così come la Milano-Sanremo, sospesa solo nel 1916.

La fine della guerra e la ripresa delle corse in tempo di pace apriranno una nuova epoca della storia del grande ciclismo in Lombardia.